03. Come il Cervello Sabota i Tuoi Disegni
Contrariamente ai precedenti articoli di teoria strettamente legati al fumetto, in questo articolo parlerò di una problematica che spesso getta nello sconforto i neofiti di qualunque campo artistico: il saper disegnare.
Sebbene abbiamo spesso l'impressione che qualcuno disegni meglio o peggio, non devi mai dimenticare che di questo si tratta: un'impressione, cioè un giudizio assolutamente soggettivo. Tutti abbiamo dei gusti personali e il disegno che più si avvicina a questi lo riterremo istintivamente “migliore” rispetto a qualcuno che invece ne sia distante, il quale invece ci sembrerà “peggiore”.
È sano e giusto ammettere di preferire, ad esempio, un disegno di stampo supereroistico, con le anatomie esagerate e le pose estremamente dinamiche, a un disegno di stampo impressionista, dove pochissime linee formano l'immagine d'insieme. Ma non puoi prendere sul serio chi afferma che quello stile sia oggettivamente migliore o peggiore rispetto a un altro. Tuttalpiù si potrebbe parlare di uno stile di disegno più o meno adatto per un determinato tipo di narrazione... ma ci allontaneremmo troppo dal centro di questo articolo.
In verità, nonostante ogni disegnatore sviluppi con il tempo un proprio stile personale, un tratto che incarni il suo modo personalissimo di vedere la realtà, tutti possono disegnare: contrariamente a quello che si può credere, non si tratta di una capacità innata, una dote con il quale un gruppo prescelto di persone nasce, quasi il processo di crescita di un feto preveda un'installazione dell'insieme di conoscenze che formeranno il suo “talento innato”, in pieno stile Matrix.
Ma perché è così? Se disegnare vuol dire solamente riportare sulla carta ciò che vediamo con gli occhi, perché nessuno esegue istintivamente dei ritratti che hanno lo stesso livello di fedeltà di una fotografia?
Betty Edwards, in Disegnare con la Parte Destra del Cervello, da una spiegazione molto interessante. Riportando diversi articoli a sostegno di questa tesi, afferma che il cervello umano è formato da due emisferi: quello sinistro e quello destro, quest'ultimo che da il titolo al libro.
Sebbene entrambi gli emisferi analizzino le stesse informazioni, il modo in cui questo avviene è diverso: mentre le funzioni dell'emisfero sinistro sono verbali e analitiche, quelle nella parte destra sono non verbali e globali. Dal punto di vista pratico, mentre l'emisfero sinistro ci permette di analizzare ed estrapolare dati, l'emisfero destro ci fa capire le metafore e sognare.
Il problema di questo diverso sistema di elaborazione delle informazioni è che porta i due emisferi a interferire l'uno con l'altro. A volte i due emisferi collaborano, mettendo in campo le proprie capacità specifiche, assumendo quella parte del compito che meglio si addice al suo modo di elaborare le informazioni, ma nella maggioranza dei casi è l'emisfero più dominante, generalmente l'emisfero sinistro, a svolgere l'incarico, con tutti i vantaggi e le lacune che ne conseguono.
Un esempio concreto che possiamo analizzare in questo eterno contrasto interno è proprio mentre disegniamo.
In breve: inizialmente l'emisfero destro osserva l'oggetto che vuoi disegnare, o ti permette di immaginarlo a seconda che tu abbia il soggetto davanti o no. Subito dopo, automaticamente, l'emisfero sinistro restituisce il nome del tuo soggetto: è una faccia, un braccio, un comodino...
È proprio allora, quando entra in gioco l'emisfero sinistro, che inizia il “sabotaggio” che da il titolo a questo articolo.
Come hai letto, è l'emisfero destro quello che ti fa vedere, che ti permette di analizzare le cose per come ti appaiono. Il sinistro invece, più razionale, ti restituisce l'etichetta e insieme a questa una serie di icone che rappresentano quello che vuoi vedere. Ma attenzione: rappresentano, non “lo sono!”
Sicuramente ti sarà capitato di riconoscere una forma in una nuvola o nelle venature del legno. Si tratta del cervello che, reagendo a una serie di simboli imparati nel corso della crescita, permette di tradurli in qualcosa di noto: in questo modo, per fare un esempio ancora più specifico, due punti e una parentesi diventano una faccia sorridente. :)
Questo sistema di “sintesi” del nostro cervello è quello che ti permette di analizzare un volto in breve tempo, focalizzandoti su dei punti particolari che ti permetteranno di riconoscere velocemente un amico o un parente quando lo incroci. Ma questa sintesi, utile nelle funzioni di tutti i giorni, danneggia la tua costruzione del disegno, proprio perché l'emisfero sinistro ragiona per icone e non in base a quello che vuoi realmente disegnare. In questo modo, una volta che lui ti dice «Stai disegnando un volto.» la tua mano non sta ritraendo il volto che hai scelto per il tuo disegno, ma riportando sulla carta un sistema di simboli che l'emisfero sinistro possiede per riconoscere in fretta quello che vedi tutti i giorni.
Per questo motivo molti corsi di disegno non parlano di “imparare a disegnare” ma piuttosto “imparare a vedere”, cioè a soffermarsi su quello che si vuole disegnare, evitando di cadere nella “trappola” dell'emisfero sinistro che ti propone una icona che certamente ricorda quello che stai vedendo, ma non lo è. Distaccarsi da questo ragionamento istintivo che sabota la tua matita è la prima vera sfida da affrontare quando si vuole imparare.
Bada bene: sto parlando di imparare. Aldilà degli esercizi che Betty Edwards riporta nel suo libro per superare questo istinto, riuscirci non farà di te automaticamente un artista a tutto tondo. Lo studio della prospettiva e dell'anatomia rimarranno fondamentali per la costruzione dei tuoi disegni.